Se non si dovesse trovare un accordo legato all’aumento della spesa militare italiana, cosa potrebbe accadere?
La situazione legata alla guerra in Ucraina è problematica, e sta causando un ripple effect decisamente grave per tutta l’Europa. Nel dettaglio, uno dei problemi più seri è quello della spesa militare europea. L’Italia sta cercando di mobilitarsi per evitare che una possibile escalation del conflitto in corso possa cogliere la patria di Draghi di sorpresa. Trovare un accordo è difficile, in quanto molti ritengono che sia sbagliato spendere quanto chiesto dall’Ue per le armi.
Uno dei leader europei che si sta impegnando per garantire che la spesa militare concordata con l’Ue sia rispettata è proprio Mario Draghi, premier dell’Italia. Da ciò, Mario Draghi continua ad essere fermamente convinto di voler aumentare la spesa militare. A tal proposito, il Governo italiano ha accolto un ordine del giorno proposto da Fratelli d’Italia per portare la spesa militare al 2% del PIL. Però il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, continua ad essere contrario, ribadendo che il suo partito “non potrebbe assecondare un voto che individuasse come prioritario l’incremento delle spese militari a carico del nostro bilancio nazionale“.
Se non si trova un accordo, quali sono le conseguenze?
Quali potrebbero dunque essere le conseguenze, se non si trova l’accordo all’interno dell’esecutivo? Sembra che l’ipotesi più accreditata sia quella di una grave spaccatura della maggioranza. Tale situazione potrebbe portare ad una conclusione drammatica: una crisi di Governo. Lo stesso Conte, riguardo tale ipotesi, ha commentato dicendo che “ognuno farà le sue scelte“. Anche il premier Draghi, dal canto suo, ha ribadito che non si possono mettere in discussione gli impegni precedentemente assunti con la Nato. Questo poiché, se ciò avvenisse, “verrebbe meno il patto che tiene in piedi la maggioranza“.